Francesca Morvillo, sua moglie, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo i coraggiosi della scorta e lui, il simbolo da abbattere, l’uomo da killerare, ammazzare, da fare “sautari” in aria che tutti lo devono sapere, Giovanni Falcone venivano investiti dall’impatto della bomba di cosa nostra. Coi suoi mille chili di tritolo, altro che le cinture dei kamikaze, la strada s’innalza e rovescia lasciando un’impressionante voragine nella strada e nei cuori di chi ha vissuto quegli anni.
La mafia, la mafia sempre la mafia. Li hanno presi, tutti e poi la mafia c’è ancora, e non è solo in Sicilia, sta dappertutto.
Dappertutto però li trovano e li prendono, li sgamano, li sputtanano ai mafiosi, dappertutto l’omertà si sgretola, dappertutto Falcone è vivo, non è morto tutto di lui. C’è chi lo ricorda e ogni santissimo giorno ripensa alle sue parole
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. (Giovanni Falcone)