Referendum autonomie 2017: Ombre sul voto elettronico

Anche noi abbiamo il nostro piccolo quesito referendario sull’autonomia, ed al netto di chi dice che sia solo propaganda è un esercizio democratico e va permesso e tutelato al meglio. Qui però scatta l’inghippo: nonostante un investimento notevole sul voto elettronico via tablet (che aveva lasciato dubbiosi diversi tecnici dell’infosecurity e, per quanto possa valere, il sottoscritto) sono già arrivate le dimostrazioni teoriche e pratiche della possibilità di hackerare pesantemente svolgimento e risultati della consultazione.

Personalmente aspetto i commenti dei tanti che deridevano la Rousseau del M5S e cianciavano di rischio per la democrazia. E’ vero che la critica in quella giornata ci poteva pure essere ma si trattava comunque di un ambito privato, non pubblico. Invece ci stiamo trovando a dover gestire problemini tutt’altro che piccoli su quello che è l’esercizio di un diritto costituzionale primario, che meritava tutt’altro rigore invece di essere demandato e subordinato all’acquisto di quei tablet per 23 milioni di euro.

Da vecchio ormai ex “sistemista” non posso che essere solidale con i colleghi che saranno chiamati a metterci una pezza, ed era meglio che venissero considerate prima tutte quelle loro osservazioni prima di fare la figura ampiamente anticipata in una certa serie Tv.

Nubi al Rutenio

C’è una possibile nube contenente isotopi radioattivi in viaggio, rilevata due giorni fa in Friuli, ieri in Toscana e, con il vento che soffia a sud quindi ce l’aspettiamo tra stanotte e domani su Fabro, la città delle famose ceneri in odor di radiazioni, e su Orvieto che ha già il suo primato di città radioattiva.
Considerato il latitare delle associazioni ambientaliste ve lo dico io, senza allarmismi ma senza essere proprio degli incoscienti, di non far bere acqua piovana agli animali di casa ed al pascolo, di lavare bene i prodotti dell’orto prima di consumarli e di evitare di fare asciugare i panni all’aria aperta per qualche giorno.
Le concentrazioni rilevate sono basse, il rutenio 106 decade un circa un anno (cioè non resta a lungo nell’ambiente in forma radioattiva) ed alcuni dei suoi composti sono molto tossici e soggetti a bioaccumulo, in particolare un suo ossido (il tetrossido di rutenio).
Le analisi Arpa non prevedono protocolli per analisi approfondite di questo tipo in condizioni normali, e vale probabilmente la pena di alzare le antenne e verificare i depositi un superficie nei prossimi giorni, ripeto senza allarmismi ma senza sfuggire ai principi di prudenza ed all’obbligo di vigilanza.

Come sempre keep calm and awake, restate tranquilli ma restate svegli.