Anche noi abbiamo il nostro piccolo quesito referendario sull’autonomia, ed al netto di chi dice che sia solo propaganda è un esercizio democratico e va permesso e tutelato al meglio. Qui però scatta l’inghippo: nonostante un investimento notevole sul voto elettronico via tablet (che aveva lasciato dubbiosi diversi tecnici dell’infosecurity e, per quanto possa valere, il sottoscritto) sono già arrivate le dimostrazioni teoriche e pratiche della possibilità di hackerare pesantemente svolgimento e risultati della consultazione.
Personalmente aspetto i commenti dei tanti che deridevano la Rousseau del M5S e cianciavano di rischio per la democrazia. E’ vero che la critica in quella giornata ci poteva pure essere ma si trattava comunque di un ambito privato, non pubblico. Invece ci stiamo trovando a dover gestire problemini tutt’altro che piccoli su quello che è l’esercizio di un diritto costituzionale primario, che meritava tutt’altro rigore invece di essere demandato e subordinato all’acquisto di quei tablet per 23 milioni di euro.
Da vecchio ormai ex “sistemista” non posso che essere solidale con i colleghi che saranno chiamati a metterci una pezza, ed era meglio che venissero considerate prima tutte quelle loro osservazioni prima di fare la figura ampiamente anticipata in una certa serie Tv.