– Resilienza e buone pratiche antispreco sui riscaldamenti (parte 2 di 10) –
Controllare la temperatura degli ambienti.
Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario in presenza di adeguata umidità. Inoltre, per ogni grado abbassato si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile. La resilienza è anche risparmio quindi partiamo da qui.
A proposito dell’umidità è raccomandabile continuare ad usare i classici diffusori in ceramica per evitare che l’aria si dissecchi causando a sua volta riducendo la sensazione di confort, quel benessere termoigrometrico la condizione mentale che esprime soddisfazione nei confronti dell’ambiente termico.
Nel sistema di termoregolazione corporea infatti i recettori termici sono dei veri e propri sensori che reagiscono sia alle basse, sia alle alte temperature secondo meccanismi differenti; i recettori sono terminazioni nervose che inviano segnali alla regione del cervello responsabile della termoregolazione, chiamata ipotalamo che influenza la risposta organica sia in termini vasomotori che comportamentali aumentando o meno la sensazione di confort o fastidio od addirittura intervenendo con i brividi di freddo atti a far produrre calore ai muscoli o la sudorazione per rispondere al troppo caldo.
Ricordiamo che La quantità di acqua che l’aria può trattenere cambia con il variare della temperatura e cresce se la temperatura dell’aria aumenta. L’umidità dell’aria è dunque uno dei parametri ambientali da cui dipende il benessere termoigrometrico negli ambienti abitato e quando l’aria presenta un’umidità troppo bassa c’è il rischio di produrre un ‘evaporazione troppo intensa delle mucose, portandole in condizioni di secchezza: si viene a perdere così la capacità filtrante . Gli agenti patogeni che si trovano nell’aria penetrano più facilmente attraverso le vie aeree.
Per prevenire questo fenomeno è necessario che negli ambienti riscaldati l’aria abbia un contenuto sufficiente di umidità per escludere il rischio che l’umidità relativa scenda sotto il 30%.
Bisogna quindi fare come ai tempi delle nonne e tenere, se possibile, sempre pieni i diffusori attaccati ai radiatori del riscaldamento. Se poi preferite potete aggiungere all’acqua delle essenze naturali per aumentare ancora di più il livello di confort, negli ambienti notturni a casa usiamo la lavanda (ma in famiglia la trattiamo con un negozio dedicato quindi non fa testo).
Alla prossima.
Ps
Se vi siete persi la puntata precedente la trovate qui: Resilienza e buone pratiche antispreco sui riscaldamenti
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