Si potrebbe dire che quasi la metà dei beni culturali italiani sono in pericolo. Precisamente sono quasi 80mila beni a rischio frana o alluvione secondo la mappa delle bellezze italiane esposte ai rischi naturali realizzata dall’Ispra e presentata nel giugno scorso insieme a un piano di interventi per la messa in sicurezza dell’intero territorio italiano, con 10 miliardi a disposizione e già 1.500 cantieri in corso o ultimati.
Eppure qui ad Orvieto così come abbiamo mancato ogni occasione di filantropia internazionale per la salvaguardia dei nostri beni, così come abbiamo perso per due anni di seguito il treno dell’Art Bonus, ci troviamo fuori da quel piano e dobbiamo tentare un crowdfunding per riparare la seconda chiesa danneggiata da un fulmine in pochi anni quando poi, a guardar bene, bastava prevenire, in questo caso con i parafulmini.
La politica locale spesso si perde in fuffa, dibattiti sul nulla, quando semplicemente basterebbe badare alle cose normali.