– RESILIENZA: buone pratiche antispreco sui riscaldamenti 3/10 –
Terzo punto: Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i Comuni in fascia ‘E’, ad esempio, è consentito fino a un massimo di 14 ore.
Detto questo però non è necessario che i riscaldamenti restino sempre accessi. Se la casa è ben attrezzata in termini di isolamento termico ed è possibile temporizzare le accensioni e le temperature desiderate si riesce a tenere la temperatura entro i margini di confort facilmente, aumentando leggermente il riscaldamento prima del risveglio, tenendo basse le temperature quando la casa non è abitata e riavviandolo poco prima del risveglio.
C’è da sapere anche che i sensori di temperatura rilevano quella dell’aria e non la temperatura radiante dei termosifoni quindi, in funzione delle posizioni di mobili e pareti in casa, dell’altezza dei soffitti si può ipotizzare che per raggiungere una temperatura confortevole in spazi ristretti ammobiliati bastino pochi minuti se si usa l’accortezza di mettere in posizione elevata la manopola della caldaia. Al contrario è controproducente aumentare rapidamente e molto la temperatura degli elementi radianti in case dal soffitto elevato dove piuttosto si innescherebbe movimento dell’aria (convenzione) invece che il raggiungimento del confort. In quei casi serve un tempo di accensione maggiore ma non è opportuno che gli elementi radianti siano surriscaldati in modo da ottenere un irraggiamento diffuso.
Ognuno dei casi vorrebbe una certa analisi ed approfondimento che i tecnici specializzati possono fare con precisione ma che un cittadino può cominciare a prendere in esame partendo proprio dalla sperimentazione casalinga e dalle tante guide disponibili online.
“Fare molto con meno è sicuramente alla portata della maggior parte delle persone, vale la pena cominciare subito.”
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