SI FA PRESTO A DIRE “A”
Chiunque lavori nel digitale ha a che fare con uno più linguaggi programmazione, di scripting o comunque usa comandi da terminale con il suo corollario di simboli rappresentativi. Ed il linguaggio è qualcosa di antico che avrebbe conosciuto e compreso perché difficilmente si sarebbe potuto mai costruire una società avanzare nella ricerca senza questo potentissimo strumento di relazione e di interfaccia tra esseri umani, ed oggi tra esseri umani e macchine.
Partiamo dall’A B C anzi proprio dalla prima lettera dell’alfabeto e ripercorriamone la fantastica storia.
“Forse non ci pensiamo, ma ogni volta che pronunciamo o scriviamo “A”, siamo depositari di una memoria di qualche migliaio di anni. La testa del toro è uno dei segni più antichi, se ne trovano molti nella preistoria. Il valore di questo animale era enorme: gli Egizi e gli altri popoli dell’antichità lo inclusero nel loro universo simbolico tra le cose più importanti. Quando il pittogrammi antichi assunsero un valore fonetico cominciò la storia degli alfabeti, in cui segni rappresentano suoni.

La grande rivoluzione del passato fu operata dai Fenici che riuscirono a creare un alfabeto di sole 22 lettere e che fu la madre di tutte le scritture occidentali e medio orientali. La prima lettera dell’alfabeto fenicio si chiama ALEPH e rappresenta appunto la testa di un toro stilizzata. In quella straordinaria scrittura c’è l’origine dell’alfabeto romano, dell’ebraico, del cirillico, dell’arabo e di tutte le scritture e le culture sviluppatesi nel Mediterraneo. Aleph diventa Alpha per i Greci (che per primi scrivono da sinistra a destra) e Elif per gli arabi (che invece si mantengono fedeli alla tradizionale scrittura sinistrorsa). Gli ebrei mantengono più fedeli alla storia conservando l’aracaico Aleph, carico di significati simbolici.
Una piccola curiosità: Si dice che la Aleph dei fenici fosse una a maiuscola che i romani hanno “raddrizzato”. La maestosa A maiuscola dei caratteri lapidari romani è certo un perfezionamento dell’alpha dei greci, resa imponente se scolpita nel travertino. Ma la scrittura Carolina (quella che inventò la differenza tra maiuscolo e minuscolo) nella sua a minuscola mantiene una perfetta corrispondenza con l’Aleph originario. La storia nasconde ma non perde.” (Via Simboli)