Sul territorio di Orvieto in molti mi conoscono come promotore d’iniziative per l’ambiente, tra cui quelle per mandare ad esaurimento la discarica di “Le Crete”, oltre ad esser un fautore dell’economia circolare di cui fa parte la cosiddetta strategia #RifiutiZero, pertanto deve essere suonata strana la mia autosospensione personale dal “Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero” dopo la lettera dal contenuto generico e, nel caso specifico, solo parzialmente condivisibile mandata, senza consultarci, dal direttivo in occasione della marcia di #SaveOrvieto.
Al di la dall’invio dall’alto di una lettera non condivisa con chi agisce sul territorio, una formula a mio avviso estremamente sgarbata, fatto che è in contrario con la parola stessa “coordinamento” a me ha infastidito la sostanza. Ecco io credo che il CRURZ sia caduto in un’imboscata quando si è sbilanciato a proporre la soluzione di impianti per il recupero ed il riciclo proprio mentre marciavamo tutti contro l’espansione della discarica. Purtroppo può succedere, tuttavia intanto si deve continuare a cercare risolvere definitivamente il problema, con coscienza e corretta informazione, non limitandosi a fare dottrina o parlare dei massimi sistemi.
Il territorio di Orvieto ha già dato, la discarica si può e si deve chiudere.
Il punto è che questi pochi mesi avvicinano “Le Crete” al punto di non ritorno nel quale il secondo calanco, l’imbuto grande della discarica, e, stanti anche le parole delle procure, del direttore dell’Arpa, lo statuto dell’Auri (al quale ho personalmente sostenuto, anche col sostegno del M5S, ed ho potuto portare un mio contributo serio orientato alla strategia #RifiutiZero) non è necessario inventarci fantasiose alternative ed è più che lecito puntare direttamente alla chiusura, e successiva bonifica, dell’impianto orvietano. Le emergenze paventate da assessori locali e regionali, in caso di mancata espansione della discarica, sono propaganda interessata.
Personalmente e con il gruppo locale l’impegno per il superamento della discarica e per le altre criticità ambientali non solo continua ma si fa più vivo e pressante e se, personalmente, devo scegliere tra tacere per le decisioni prese a Perugia o a Roma che parlano di mettere sulla discarica di Orvieto nuovi impianti di riciclo, siano pure moderne “fabbriche di materia”, piuttosto che pacificamente farmi promotore dell’opposizione a nuovi insediamenti a “Le Crete” che impediranno l’esaurimento della discarica io scelgo la seconda ipotesi, senza dubbio. Del resto la prima regola di #rifiutizero è chiara: bisogna ridurre la produzione a monte.