Sicurezza Intrinseca

LO RIPETIAMO SENZA ESSERE CAPITI EPPURE È SEMPLICE: LA DIFESA PERIMETRALE (I FIREWALL) NON SERVE SE SI PUÒ ACCEDERE DIRETTAMENTE…

Francesco Guccini in una sua famosa canzone dal titolo Quattro stracci ripeteva “Vedi cara È difficile spiegare è difficile capire se non hai capito già”

Questo è uno dei problemi con cui si ha a che fare nel momento in cui bisogna avere un rapporto col Management aziendale o quello della pubblica amministrazione che sembrano più interessati al potere disporre di documentazione che ne attesti Efficienza ed efficacia sulla carta invece che mettere al sicuro i servizi della propria azienda o del proprio ente. In questa foto l’oggettino che tengo in mano, del valore di €15 , permette di fare da Bridge tra i cavi Ethernet e la rete elettrica del palazzo nel quale si trova questo armadio.

In pratica permetterebbe di mettere in un qualunque stanzino un server connesso alla rete interna che possa fare qualsiasi tipo di esercizio di abuso delle risorse, dal cryptomining al semplice sniffing al man in the Middle, sfruttando come connessione l’impianto elettrico.

Hai voglia quindi a parlare di sicurezza intrinseca e di gestione del rischio.

Elogio della complessità

STIAMO AFFACCIANDOCI E SBIRCIANDO QUEL FUTURO IN CUI SI PASSA DALLA PROGRAMMAZIONE ALL’ADDESTRAMENTO DELLE MACCHINE E CI VIENE IN SOCCORSO LA PIÙ UMANA DELLE SCIENZE: LA FILOSOFIA.

Dovremmo ricordare a quell’epoca dello scambio epistolare che diede a Boule la possibilità di redigere il suo le leggi del pensiero nel quale confutata che le idee fossero una espressione metafisica di discendenza mistica. Abbiamo usato quel lavoro di semplificazione e quegli argomenti di rigore matematico per dare origine all’architettura binaria ed una base forte alla programmazione.

Oggi dobbiamo rovesciare l’approccio e ripescare quel socratico “So di non sapere” per rilanciare i percorsi di accrescimento e miglioramento della capacità di apprendere e di valutare dei nostri sistemi macchina , in pratica delle intelligenze artificiali, mi partendo anche stavolta da una base forte che è quella non solo dell’osservazione e della sperimentazione ma del “dialogo”, degli archetipi e di quell’universale repository che nell’idea platonica dell’iperuranio aveva la sua definizione formale più bella ed ampia. Il contrario dell’algebra booleana consiste nella abbracciare la complessità, elogiandola e ringraziandola di esistere per permettere una nostra crescita sempre maggiore.