Elogio della complessità

STIAMO AFFACCIANDOCI E SBIRCIANDO QUEL FUTURO IN CUI SI PASSA DALLA PROGRAMMAZIONE ALL’ADDESTRAMENTO DELLE MACCHINE E CI VIENE IN SOCCORSO LA PIÙ UMANA DELLE SCIENZE: LA FILOSOFIA.

Dovremmo ricordare a quell’epoca dello scambio epistolare che diede a Boule la possibilità di redigere il suo le leggi del pensiero nel quale confutata che le idee fossero una espressione metafisica di discendenza mistica. Abbiamo usato quel lavoro di semplificazione e quegli argomenti di rigore matematico per dare origine all’architettura binaria ed una base forte alla programmazione.

Oggi dobbiamo rovesciare l’approccio e ripescare quel socratico “So di non sapere” per rilanciare i percorsi di accrescimento e miglioramento della capacità di apprendere e di valutare dei nostri sistemi macchina , in pratica delle intelligenze artificiali, mi partendo anche stavolta da una base forte che è quella non solo dell’osservazione e della sperimentazione ma del “dialogo”, degli archetipi e di quell’universale repository che nell’idea platonica dell’iperuranio aveva la sua definizione formale più bella ed ampia. Il contrario dell’algebra booleana consiste nella abbracciare la complessità, elogiandola e ringraziandola di esistere per permettere una nostra crescita sempre maggiore.