Innovazione, non moda.

L’avanzamento tecnologico e metodologico come driver di sviluppo.

Faccio alcune premesse:

  • Questo libro in copertina e nella mia biblioteca dai primi anni 2000.
  • Alcuni importanti paesi Eu stanno puntando sull’idrogeno come Disruptive technology, cioè come innovazione che cambia drasticamente i comportamenti degli individui e delle società, per stabilire una propria supremazia tecnologica attraverso il recovery fund.
  • Disruptive technology È un termine di fine anni 90 molto utilizzato oggi nella articolata con la costellazione delle startup innovative.
  • C’è un capitolo in questo libro di quasi vent’anni fa dedicato proprio alla difficoltà di affermazione della innovazione basata sull’idrogeno.
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#Mobile Experience

Note sull’usabilità e l’appeal delle interfacce tra persone e tecnologie, tra software e chi ci lavora. Oggi si parla di ⤵️

Mobile design per manager

Ci credereste? Una delle cose che mi ha avvicinato di più al digitale è il suo essere analogico e quindi già visivamente promettere il risultato che avrebbe dato. Nel mio caso permettermi di programmare le funzioni di elaborazione delle risposte di un computer.

Il design, il frontend e le interfacce hanno un ruolo funzionale e profondo.

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SkillSunday: Lezioni zen

Pensieri sparsi di un ICT sul miglioramento continuo, Kaizen in giapponese, e sulla necessità di un continuo upgrade da 🔝💯 delle proprie competenze. Oggi si parla di ⤵️

(Dis)Imparare dai maestri Zen?

Sappiamo che bisognerebbe avere un atteggiamento di apertura, entusiasmo e mancanza di preconcetti quando si studia una materia, anche quando si studia a un livello avanzato. Lo sappiamo bene, ma non è semplice. Bisognerebbe disimparare non le competenze ma quei condizionamenti, quegli automatismi che si stratificano negli anni.

Disimparare non dimenticare, e neppure superare le cose imparate. La relazione di fiducia con le proprie esperienze non deve essere messa in discussione quando si affronta una nuova prospettiva.

Non c’è infatti contraddizione, neppure sostituzione ma aggiunta di nuovo sapere e saper fare.

E nel mondo ICT questo accade continuamente.

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Tecnologia come software

Oggetti fisici programmabili ed open source. Ci siamo?

L’impegno condiviso verso la realizzazione di soluzioni aperte e basate su standard è una cifra di riferimento per il mondo del software e, da molti anni ormai, anche degli hardware. Arduino, il popolo dei Maker ed infine la partecipazione delle università, della ricerca e di (alcuni) governi ha reso la spinta propulsiva forte.

Ora l’intero comparto delle infrastrutture tecnologiche sta andando oltre alla programmabilità ed aggiornabilità di firmware e plc, si sta decisamente affermando un nuovo modello di sviluppo.

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SkillSunday: Curiosità e Formazione

Pensieri sparsi di un ICT sul miglioramento continuo, Kaizen in giapponese, e sulla necessità di un continuo upgrade da 🔝💯 delle proprie competenze. Oggi si parla di ⤵️

Cosa hanno in comune la mente che avevi a 10/12 anni e la tua oggi?

Per antonomasia la mente degli adulti è esercitata per “sfruttare al meglio l’esperienza”, ripetere con rapida efficienza i pattern conosciuti ed evitare i percorsi meno noti. Sul lavoro soprattutto questa esperienza ha un valore riconosciuto e permette di anticipare le problematiche note.

Al contrario i più giovani, non avendo un bagaglio di esperienza da cui attingere tendono ad osservare (curiosità) ed accettare le novità con maggiore prontezza (la mente dei ragazzi è come una spugna).

Ascolta il cambiamento

Fatte queste premesse occorre valutare come, in presenza di un contesto che vive di rapidi e profondi cambiamenti, come il caso dell’ICT, tra le attitudini più importanti per i più adulti, e soprattutto per gli esperti, ci sia la capacità di mantenere viva la curiosità e la capacità di imparare. Insomma di rimanere in ascolto attivo perlomeno per quanto riguarda il proprio ruolo e contesto.

Questo modo di essere può aiutare ad affrontare i processi necessari di reskilling, che nell’ICT significa rimettersi in discussione nelle proprie esperienze ogni 2/3 anni o giù di li, ma anche ad affrontare nuove sfide in nuovi ambiti che si affacciano prepotentemente come cambi di paradigma organizzativi, lavorativi e tecnologici. Chiamatelo Upskilling o life long learning ma sappiate che fa parte del gioco, soprattutto nel nostro mestiere.

Per farla semplice negli ultimi 10 anni sono arrivati i tablet, le blockchain, docker e containeering, orchestrazioni (kubernetes), le smart Tv e gli smart watches, la diffusione IoT nelle case con i vari Nest ed Amazon Alexa, i database NoSql, gli operatori cloud ed i propri servizi a cominciare da AWS ed Azure, e poi Whatapp, la DAD e lo Smartworking, droni e sistemi di guida autonoma con altre decine di altre rivoluzioni, largamente inattese, che oggi diamo per scontato.

Avranno anche queste il proprio ciclo di vita come le sale giochi, le stampanti ad ago ed i telefoni a gettone. Ed ancora una volta i più curiosi ed attenti saranno protagonisti della transizione e guideranno il cambiamento.

E Voi non siete curiosi?

Silvio Torre:

NiFo

Member of European Commission’s National Interoperability Framework Observatory, and contributor to Semantic Interoperability Community, committed to develops solutions to help European public administrations perform seamless and meaningful cross-border and cross-domain data exchanges.