Tecnologia come software

Oggetti fisici programmabili ed open source. Ci siamo?

L’impegno condiviso verso la realizzazione di soluzioni aperte e basate su standard è una cifra di riferimento per il mondo del software e, da molti anni ormai, anche degli hardware. Arduino, il popolo dei Maker ed infine la partecipazione delle università, della ricerca e di (alcuni) governi ha reso la spinta propulsiva forte.

Ora l’intero comparto delle infrastrutture tecnologiche sta andando oltre alla programmabilità ed aggiornabilità di firmware e plc, si sta decisamente affermando un nuovo modello di sviluppo.

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#Frontend – Interaction Design Exibit

Note sull’usabilità e l’appeal 🆒 delle interfacce tra persone e tecnologie, tra software e chi ci lavora. Insomma il #design ed in #frontend. Oggi si parla di ⤵️

Easy as a Kiss: an #InteractionDesign exibit

Ci credereste? Una delle cose che mi ha avvicinato di più al digitale è il suo essere analogico e quindi già visivamente promettere il risultato che avrebbe dato. Nel mio caso permettermi di programmare le funzioni di elaborazione delle risposte di un computer.

Il design, il frontend e le interfacce hanno un ruolo funzionale e profondo. #UserExperience, #InteractionDesign ed #UserInterface vanno studiate ed approfondite: dovrebbero far parte del bagaglio di ogni ICT come lo fu nelle industrie Olivetti.

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SkillSunday: Curiosità e Formazione

Pensieri sparsi di un ICT sul miglioramento continuo, Kaizen in giapponese, e sulla necessità di un continuo upgrade da 🔝💯 delle proprie competenze. Oggi si parla di ⤵️

Cosa hanno in comune la mente che avevi a 10/12 anni e la tua oggi?

Per antonomasia la mente degli adulti è esercitata per “sfruttare al meglio l’esperienza”, ripetere con rapida efficienza i pattern conosciuti ed evitare i percorsi meno noti. Sul lavoro soprattutto questa esperienza ha un valore riconosciuto e permette di anticipare le problematiche note.

Al contrario i più giovani, non avendo un bagaglio di esperienza da cui attingere tendono ad osservare (curiosità) ed accettare le novità con maggiore prontezza (la mente dei ragazzi è come una spugna).

Ascolta il cambiamento

Fatte queste premesse occorre valutare come, in presenza di un contesto che vive di rapidi e profondi cambiamenti, come il caso dell’ICT, tra le attitudini più importanti per i più adulti, e soprattutto per gli esperti, ci sia la capacità di mantenere viva la curiosità e la capacità di imparare. Insomma di rimanere in ascolto attivo perlomeno per quanto riguarda il proprio ruolo e contesto.

Questo modo di essere può aiutare ad affrontare i processi necessari di reskilling, che nell’ICT significa rimettersi in discussione nelle proprie esperienze ogni 2/3 anni o giù di li, ma anche ad affrontare nuove sfide in nuovi ambiti che si affacciano prepotentemente come cambi di paradigma organizzativi, lavorativi e tecnologici. Chiamatelo Upskilling o life long learning ma sappiate che fa parte del gioco, soprattutto nel nostro mestiere.

Per farla semplice negli ultimi 10 anni sono arrivati i tablet, le blockchain, docker e containeering, orchestrazioni (kubernetes), le smart Tv e gli smart watches, la diffusione IoT nelle case con i vari Nest ed Amazon Alexa, i database NoSql, gli operatori cloud ed i propri servizi a cominciare da AWS ed Azure, e poi Whatapp, la DAD e lo Smartworking, droni e sistemi di guida autonoma con altre decine di altre rivoluzioni, largamente inattese, che oggi diamo per scontato.

Avranno anche queste il proprio ciclo di vita come le sale giochi, le stampanti ad ago ed i telefoni a gettone. Ed ancora una volta i più curiosi ed attenti saranno protagonisti della transizione e guideranno il cambiamento.

E Voi non siete curiosi?

Silvio Torre:

NiFo

Member of European Commission’s National Interoperability Framework Observatory, and contributor to Semantic Interoperability Community, committed to develops solutions to help European public administrations perform seamless and meaningful cross-border and cross-domain data exchanges.

piano triennale ict

Monitoraggio piano triennale #ICT

Piano Triennale #ICT: online il sito di monitoraggio 📊

Introdotto dall’edizione 2020-2022, il monitoraggio degli obiettivi è fondamentale per l’attuazione del Piano 📏.

Elemento nuovo ed atteso del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione 2020-2022 (PT) è stata l’introduzione di un sistema di monitoraggio dei singoli obiettivi con l’individuazione di risultati attesi e target periodici da raggiungere e con un percorso di monitoraggio che coinvolge tutti gli attori del processo di trasformazione digitale della PA, attuatori delle linee d’azione previste.

Per la verità sarebbe strano il contrario alla luce del fatto che l’accountability dei bilanci pubblici e delle iniziative degli enti pubblici dovrebbero essere armonizzate, ma comunque è una buona notizia.

Qui di seguito il comunicato ufficiale e qualche considerazione.

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Nonostante i pochi uomini e mezzi…

Quelle volte che proprio non si può dire di no

Qualche giorno fa parlando di cromatismi, in relazione a progetti fullstack, spiegavo che in caso di mancanza delle minime risorse è opportuno che anche i manager sappiano dire di no. Anzi sarebbe nell’interesse dell’azienda saper valutare le contingenze; tuttavia ci sono due eccezioni importanti.

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Dad? Un cambio di paradigma

È arrivato il momento di una Alleanza scuola e startup

Nonostante le polemiche in Italia abbiamo avuto centinaia di milioni di ore di studio a distanza con i sistemi più diversi in genere messi a disposizione dai giganti del web. startup al servizio della scuola

8,4 milioni è il numero degli studenti escluso gli universitari. Una platea impressionante a cui offrire servizi educativi in rete al passo con i tempi ed adeguati alle aspettative della società contemporanea.

La Dad è stata la massiccia risposta emergenziale all’emergenza pandemica, ed in generale ha funzionato trasferendo le lezioni frontali dalla classe al video. Niente di più.

Come per il lavoro la didattica a distanza non può e non deve limitarsi al trasferimento del confronto frontale docente-discente/i ma cogliere le opportunità messe a disposizione dalla tecnologia. C’è un patrimonio di buone pratiche, framework ed anche di materiale prodotto in praticamente tutte le lingue del mondo tale da poter essere cucito sartorialmente intorno alle direttive della pedagogia, dei programmi nazionali e delle scelte autonome dei singoli istituti, non senza il contributo degli studenti stessi che, come accadeva nelle Agorà, possono avere dei momenti di confronto orizzontale con la struttura scolastica e con i singoli docenti senza tema di snaturare quello che è il sistema gerarchico delle relazioni.

Ora immaginate se nel passato con la scrittura e poi con la stampa ci si fosse limitati a trasferire le esperienze delle Agorà in un semplice rapporto epistolare. Fortunatamente non è andata così. Ora siamo in presenza della stessa potenzialità di cambiamento, e già sappiamo tutti che questa breccia come lo ha fatto la scrittura E come lo ha fatto la stampa. La domanda è: vogliamo subirlo questo cambiamento o governarlo ed esserne protagonisti?

Per questo a me francamente sembra davvero sterile sentire ancora parlare di problematiche legate ai banchi quando avete una macchina da corsa come l’attuale infrastruttura tecnologica e la diffusione di rete pervasiva che vi permetterebbe letteralmente di tagliare tutti i tempi morti ed avere spazi immersivi di approfondimento e momenti di dibattito ed elaborazione di quel pensiero critico che è il corollario della formazione.

Chi si occupa di software ed in generale di tecnologia si sottopone costantemente ad un ciclo di formazione continua anche perché ogni tre anni letteralmente per noi cambia tutto. Altrettanto in generale la scuola utilizza costantemente ciò che noi produciamo in risposta ad altre esigenze.

Dunque perché non incontrarci per sviluppare delle soluzioni comuni?

Volete davvero continuare a sentire parlare di banchi chi, a differenza Vostra, la scuola non la vive?

Startup e scuola

Perché dunque non partiva con un bel bando per Le startup che si occupano di soluzioni per la scuola e per la didattica remota, inclusiva per chi ad esempio è impossibilitato a causa delle proprie fragilità ad andare in classe?

Noi le soluzioni probabilmente le abbiamo già ma comunque siamo in grado di crearle ed in un tempo molto breve.

Metteteci alla prova. Chissà se i prossimi unicorni, c’è le prossime aziende di dimensioni globali della tecnologia, non saranno proprio orientate ai servizi ai cittadini ed alla scuola. Ci pensate fossimo noi dall’Italia ad esserne protagonisti