10 anni di balle sulla crisi

Economisti, governi, politici esperti e sondaggisti vedevano sempre la luce in fondo al tunnel. Ebbene delle due l’una: o non ci hanno capito nulla o ci hanno preso in giro.

Su tutte la domanda: Valeva la pena essere pessimisti, procedere a “salvare” il sistema finanziario drogato da prodotti quasi alchemici come i subprime od i derivati detti swap, separando risparmio e speculazioni almeno nelle banche? Perchè il paradosso di oggi, nell’anniversario del crollo delle borse del 2007 è proprio che Wall Street sia ai massimi e che il valore mondiale del capitale flottante nel sistema delle borse sia divenuto superiore all’intero Pil mondiale che rappresenta i valori di arte, brevetti, immobili, industrie, lavoro, produzione, spese governative, sanitarie, culturali, scientifiche, militari e persino gli interventi per fronteggiare catastrofi come terremoti ed incendi ed i programmi spaziali.  Ditemi se non vi pare una bolla speculativa invece di un’economia sana. Continua a leggere “10 anni di balle sulla crisi”

GUERNICA

– GUERNICA –

Guernica non è solo il nome dell’opera più nota di Picasso ma soprattutto è il nome della città bombardata a tappeto da tedeschi ed italiani nel 1937 nel tentativo (riuscito) di rovesciare la seconda repubblica spagnola appoggiando quella che sarebbe diventata la dittatura di Franco (terminata nel 1975 col passaggio alla…  monarchia).

Fu proprio l’evento del bombardamento e quello che ne segui ad ispirare l’autore che ne immortalò gli archetipi, su tutti la madre che stringe il bimbo morto che urla disperata.
Ci si rivede tutto questo venticinquennio di missili, droni ed aerei bombardieri in medioriente e, nel vicino Mediterraneo, dal Libano alla Libia.
Meno di tre anni dopo dall’esposizione universale di Parigi dove l’opera fu presentata, in un quadro internazionale di crisi e sanzioni economiche in continua escalation, scoppiò per nulla inattesa la seconda guerra mondiale.

Ci sono naturalmente grandi differenze: allora non c’erano ancora i sistemi d’arma autonomi, i virus informatici in grado di controllare le dighe e le centrali nucleari, e neppure le armi atomiche nelle mani di paesi che superpotenze non sono.

Embargo alle navi e blindati alle frontiere

Quando si chiede la modifica dei trattati e la condivisione all’interno della comunità degli europei del peso di gravi crisi internazionali, come quella climatica che obbligherà le  migrazioni di interi popoli dal continente africano ce ne dicono di tutti i colori, gli intellettuali (che hanno applaudito la vittoria europeista di Macròn) si stracciano le vesti e ce ne dicono di tutti i colori arrivando a paragoni con fascismo e nazismo. Lo stesso le varie anime della sinistra di lotta e quella di governo. Oggi gli europeisti hanno chiuso i porti (o così hanno detto) alle nostre navi, addirittura l’Austria sposta i “blindati” alle frontiere dove prospetta il muro con (o contro) l’Italia. L’europeismo spinto di Macròn arriva anche a Ventimiglia dove ci riscarica gli esseri umani che riescono a passare il confine, con la stessa logica di pacchi da consegnare.

E gli “Europeisti” della domenica di casa nostra? Che fine hanno fatto? Perchè stanno nascosti mentre i governi che loro applaudivano ora isolano noi e prendono in giro il Parlamento Europeo, il nostro Presidente e Primo Ministro? Non vedono come l’Italia viene bloccata? Non sentono quello che dicono di noi? Non hanno più voce se devono dire le cose che noi diciamo da sempre?

Noi a differenza loro abbiamo le mani libere, a febbraio o forse poco dopo, si voterà e potremo finalmente tornare a guardarci negli occhi, a testa alta. Da esseri umani.