Slow is Smart

Sostengo il progetto di Cittaslow International (credo di essere il secondo ad essere stato iscritto all’albo ufficiale) e sono probabilmente l’unico NON sindaco o non ex sindaco in questa foto dell’inaugurazione della nuova sede istituzionale negli stessi spazi che io ho usato per #CloudCity.

La questione che pone questa associazione è una visione degli spazi urbani futuri ed attuali che corrisponde tantissimo alla visione che abbiamo provato a portare nella politica locale con #OrvietoCivica (fino a che nel 2012 Mario Monti non ne fece il nome del suo partito) e poi con il nome di #Orvieto5Stelle.

Slow is smart…

Cartolina da “Lo Stato dei Comuni”

– IL PRESENTE ED IL FUTURO DEI COMUNI –

Sono cambiate tante cose dagli anni passati qui in Italia ed altrove nel mondo globalizzato, ma una delle caratteristiche formidabili di questa nostra Italia è che così come l’economia reali, non la finanza od i bitcoin, è fatta di piccole e medie imprese capaci, creative e concrete così il nostro Stato è essenzialmente basato sui nostri Comuni. Sono i territori e le città, con le loro storie e le diverse culture radicatissime, che costituiscono le terminazioni sensibili e le fonti di pensiero che ci hanno resi grandi nel mondo, famosi ed imitati. Partendo da queste considerazioni e con un gioco di parole grazie alla deputata Laura Castelliabbiamo fatto il punto sulla situazione attuale dello Stato dei Comuni a Montecitorio, presso le aule della Camera dei Deputati.

Ovviamente il bilancio, presentato da ospiti di altissimo profilo e testimonianze di amministratori di diverse “fedi politiche, ha luci e qualche ombra davvero scura come quella che sono 9 i miliardi dreanati via dalle nostre città, dai servizi essenziali, per far fronte a vario titolo alle esigenze richiamate dallo Stato.  Per questo le domande chi ci siamo posti sono state relative al come sono cambiati i Comuni italiani in questi anni e quali sfide sono stati chiamati ad affrontare. Vedete il nostro “Stato dei Comuni” è costituito da 8092 amministrazioni che ne rappresentano storicamente molto più dell’unità di cittadini dentro alcuni determinati confini geografici. I cambiamenti del Paese sono la sommatoria e lo specchio dei cambiamenti delle municipalità italiane. Ma a volte sono anche il contrario: sono il risultato di ciò che si decide nel nostro Paese. Crisi economica, riforme costituzionali, vecchie e nuove popolazioni, cambi di norme, hanno attraversato i Comuni italiani lasciando, in particolare negli ultimi anni, tracce di un futuro che spesso è faticoso e complesso oltre che di storia e di partecipazione collettiva alla vita democratica.

Tra tutti forse l’intervento del mio conterraneo Luigi de Magistris è stato il più appassionato ed anche quello “politicamente” più interessante, essendo basato sulla gerarchia delle fonti del diritto e sulla prevalenza della Costituzione sulle normative ordinarie, incluso quelle contabili, cioè della prevalenza dei diritti sulle regole burocratiche. Ho avuto anche la fortuna di poterlo seguire con Stefano Lucidi (Senatore facente parte proprio della Commissione Affari Costituzionali) e Lucia Vergaglia che collabora con le cattedre di diritto pubblico e comunitario dell’Università di Napoli.

Invece l’intervento più vicino a ciò che sarà necessario fare per la città di Orvieto dove vivo e nel mio piccolo provo a fare attività politica, lo ha tenuto il professor Delfino dell’Arconet, l’ente che si occupa dell’armonizzazione contabile degli enti territoriali. Il “bilancio” comunale armonizzato ha preso il via quest’anno da noi e si vede da subito il gap, la distanza tra la politica vera ed una dirigenza (e responsabili funzioni) del comune che invece rispondono ad una impostazione procedurale. In mezzo, vabbè, la decaduta figura di un’ormai ex assessore che cerca di intestarsi ogni merito possibile mentre ha soprattutto, e lo vedremo, tante responsabilità tra cui anche le mancate attuazioni di iniziative approvate dal Consiglio Comunale.

Chiara Appendino sulla democrazia diretta nei territori e poi Luigi di Maio hanno fatto gli interventi di chiusura con il piglio carismatico ed istituzionale che li contraddistingue. Se vi va qui di seguito c’è tutto l’incontro.

Cosa manca ancora? Ah già, la cartolina con i portavoce della regione Umbria. Eccola qui.

 

Siccità: Nessuna Sorpresa

— LA SICCITÀ DEL 2017 ERA DA TEMPO ANNUNCIATA —

Era la fine di questo caldo inverno, caldo record, andavamo vestiti leggeri qui nelle valli in Umbria anche a marzo. Con i portavoce del Movimento 5 Stelle ero ad un incontro con i responsabili (direttori e presidenti) dei consorzi di bonifica regionali e della loro associazione nazionale ANBI. A parte l’unico e breve momento di politica territoriale con tra il presidente del Consorzio di bonifica Val di Chiana, dott. Mario Mori, che chiedeva conto delle nostre iniziative sull’affare del Carcaione ed il sottoscritto che rispondeva richiamando il dovere di tenere separati “Contratto di Fiume” e lavori infrastrutturali (cosa che da quel momento effettivamente è avvenuta) ci siam focalizzati su due questioni: la prima piuttosto tecnica legata alla governance di questi enti e l’altra, molto pratica, sull’arrivo probabile della siccità.

I Consorzi di bonifica, per farla molto breve, hanno il duplice scopo di difendere l’acqua e di difendere dall’acqua. L’intervento dell’Ambi ricordava infatti che l’assenza di neve invernale su Alpi ed Appennini avrebbe avuto un impatto importante sulla portate fluviale e sull’accumulo negli invasi che solitamente compensa col disgelo la mancanza delle precipitazioni nei mesi primaverili ed estivi, a questo si aggiungeva il caldo che ha di fatto aumentato i consumi idrici e che, se fosse continuato, avrebbe influenzato l’assorbimento delle risorse d’acqua deviandole al consumo cittadino.

Due mesi dopo alla presentazione dello studio per la settimana nazionale della bonifica e dell’irrigazione  la stessa Anbi avrebbe presentato un corposo studio che avrebbe dovuto far scattare l’allarme in tanti comuni e territori, cosa che invece non è successa, e così il governo ha continuato a tenere la testa sotto la sabbia. Da parte nostra abbiamo tenuto, localmente, viva l’attenzione con interventi in Consiglio Comunale ed incontri pubblici. Resta ingiustificabile la mancanza della dovuta cura ed attenzione da parte delle cosiddette “classi dirigenti”. C’è da chiedersi se ci sia sempre un retropensiero, un qualcosa sotto, oppure semplicemente lassismo ed in qualche caso imperizia ed incapacità di studiare, analizzare ed affrontare i problemi.

Propaganda comunale

– PROPAGANDA –

“La Nazione” in un articolo di Claudio Lattanzi nell’edizione di domenica 28 maggio espone un fatto che abbiamo notato tutti.
L’amministrazione di #Orvieto sta usando tecniche di comunicazione volte a promuovere se stessa invece che informare. Se fosse vero spiegherebbe l’accentramento di eventi di quelli a massiccia contribuzione in pochi weekend in modo da poter proporre foto con molta gente e ridurre il rischio di flop. Insomma sembra che invece di destagionalizzare preferiscano mettere il cappello sul normale flusso turistico.
Se così fosse avremmo a che fare con persone che invece di amministrare per il meglio cannibalizzano le poche forze residue per un interesse di propaganda.
Io sospendo il giudizio ma la vicenda Wine Show va sicuramente chiarita e la propaganda sul Sole 24 Ore con le “loro eccellenze” in bella foto va stigmatizzata ed onestamente giudicata insulsa e perdente. Detto questo in ultima analisi considerate che queste autodifese d’ufficio “non petite” possono anche significare che sta per saltare il banco dall’interno.

Vinile

Oggi #RecordStoreDay dedicato al #Vinile. Una volta, mi ricordo, c’era ad #Orvieto una fiera dedicata a questi dischi, e c’era gente che ci veniva apposta nonostante quel mercato fosse in contrazione.
Ora è in rimbalzo ma purtroppo non c’è nessuno in ascolto proprio qui dove le orecchie dovrebbero essere più attente.
In un mondo liquido, con la musica in bit usa e getta invece noti che nei locali pubblici in regola Siae grandi schermi e musica di sottofondo mandano i grandi classici che erano nelle #TopTen dei negozi di dischi e, soprattutto, che gli artisti più importanti e famosi oggi hanno messo in circolo nuove edizioni e #PictureDisk proprio in VINILE.

Ad Orvieto finiamo spesso a farci trovare a braghe calate sui temi più attuali.

I privati che hanno tentato, praticamente senza mezzi solo con l’impegno, il sacrificio ed il proprio indubbio talento, di rianimare per quanto possibile l’asfittica programmazione cittadina si sono demotivati quando si sono trovati abbandonati invece di vedersi sostenuti, magari nell’iniziativa di una pianificazione non spot ma pluriennale.
E peggio di tutto si sono trovati troppe volte con quei guardaspalle politici dell’amministrazione, sia nelle associazioni che nel mondo della cultura, ad accusarli di criticare e basta, di non fare nulla quando invece sono molti i progetti depositati senza seguito, senza risposta, a prendere polvere nei cassetti (io ne so qualcosa).

Politici ed intellettuali guardaspalle di una Amministrazione immobile dicono che non basta criticare, ma loro non fanno nulla e sono parte del problema.

Quando gli appelli anche nelle sedi di confronto pubblico e le linee guida, le buone pratiche da emulare sono considerati alla stregua di noie e lamentele e magari ti danno pure del fesso per averci provato, e ti trattando da sognatore che non capisce le cose concrete mentre magari altri, con merito oppure anche senza, in ogni caso in mancanza di trasparente istruttoria e pari regole (come si legge in interrogazioni relative a diversi casi) ricevono appoggi, spazi dedicati e finanziamenti.

Insomma la situazione è tutt’altro che perfetta e, secondo me ed al netto delle considerazioni politiche e della propaganda, va rilanciata e non importa chi lo faccia ma quest’inerzia di questi tre anni non lascia presagire che siano gli stessi che ci sono ora a poter migliorare le cose.

Orvieto ed il suo territorio

A differenza di molti altri comuni del centro d’Italia, Orvieto è una bella sfida da gestire e governare se non la vivi innanzitutto da cittadino.

Primo problema: l’estensione. Orvieto è immensa e con i suoi 281 km² di superficie è uno dei comuni più grandi d’Italia. Per i confini di Orvieto superano quelli di capoluoghi come Parma, Reggio Calabria, Regio Emilia, Lecce e persino Genova o Napoli. Orvieto è in provincia di Terni, città che ha sei volte la propria popolazione e meno della metà di territorio da dover gestire e manutenere.

Chiaramente con un’area così ampia uno dei problemi da affrontare è nelle diverse tipologie di ambienti da curare. Continua a leggere “Orvieto ed il suo territorio”